Nel corso della storia, i capelli hanno avuto un ruolo significativo nella nostra società: sono stati associati alla giovinezza e alla bellezza nelle donne e alla virilità e alla mascolinità negli uomini. Non sorprende quindi che la perdita dei capelli possa essere vissuta come una tragedia ed una malattia da molti uomini e donne.
A sinistra, il ritratto dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria (“Sissi”) che mostra i capelli sciolti; Franz Xaver Winterhalter, Kaiserin Elisabeth von Österreich mit aufgelöstem Haar, Kniestück, 1864, Vienna, Kunsthistorisches Museum Wien, Gemäldegalerie, https://www.khm.at/objektdb/detail/8593/. A destra, fotografia del Capo indiano sioux Tatanka Iyotake (più noto col nome di “Toro Seduto”).
Una “perdita di capelli” può riferirsi a due situazioni:
Ci sono inoltre molti falsi miti sui capelli e l’alopecia che non hanno una base scientifica e dovrebbero essere sfatati.
Tutti hanno sentito parlare della perdita di capelli in autunno o della famosa caduta di capelli nel “periodo delle castagne”. In realtà l’autunno non c’entra di per sé.
Il motivo esatto per cui ciò accade non è chiaro, ma alcuni studi suggeriscono che lo stress causato dal sole e dal caldo estivo sul cuoio capelluto possa danneggiare il capello: poiché la caduta si manifesta 2-3 mesi dopo il danno, ecco che dopo il sole preso a luglio o agosto l’effluvium si manifesterà in ottobre/novembre.
Ci sono anche altre ipotesi evolutive secondo cui i nostri antenati primati avevano bisogno di “cambiare la pelliccia” prima dei mesi invernali più freddi. Anche gli ormoni e il sistema endocrino fluttuano con i cambiamenti delle stagioni – con alcuni studi che riportano una minore attività della tiroide che può provocare variazioni nella crescita dei capelli.
Oltre l’autunno, un altro picco stagionale di caduta si può osservare in primavera. In questo caso, l’aumento della perdita del capello verrebbe considerato come una preparazione ad avere minor “pelliccia” in previsione del caldo estivo. Anche i cambiamenti di temperatura e l’umidità possono influenzare il ciclo del capello.
In ogni caso, la caduta di capelli stagionale non è da considerarsi una perdita reale ma solo un maggior ricambio fisiologico di capelli: non una vera patologia ma un fenomeno reversibile di “rinnovo” della chioma che tende a normalizzarsi nell’arco di 1-2 mesi.
La caduta di capelli stagionale è solo un ricambio accentuato che tende a normalizzarsi spontaneamente. Giova sicuramente usare shampoo e balsami non aggressivi ed evitare l’uso di strumenti per lo styling ad alta temperatura che possono causare ulteriori danni ai capelli. Anche la gestione dello stress che incide sui capelli è essenziale, ad esempio, attraverso un giusto esercizio fisico.
Infine, è opinione comune che gli integratori per bocca (biotina, vitamina D, ferro, zinco…) favorirebbero la crescita dei capelli. Non solo la validazione scientifica di questi prodotti non è del tutto dimostrata, ma in generale è opportuno non assumere integratori senza essersi prima consultati con un dermatologo.
Premesso che è il dermatologo lo specialista di riferimento che si occupa dei capelli dal punto di vista scientifico, è opportuno ricorrere ad una visita ogni volta che si nota un effluvium di oltre 100 capelli che non tende a cessare o compare una vera perdita di capelli con aree vuote di alopecia del cuoio capelluto. In questo caso ci può essere una malattia propria del capello o la caduta può essere un segnale di disturbo generale o di malattia.
Anche un assottigliamento del fusto del capello può essere l’inizio di una calvizie, specialmente se c’è una familiarità. Queste sono tutte condizioni che devono essere valutate dal dermatologo, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie: ad esempio, la Dermatologia Clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute San Raffaele è dotata di un tricoscopio computerizzato che permette di sondare ad alta definizione i capelli ed il cuoio capelluto.
Attualmente esistono diverse terapie per arrestare la caduta e favorire la ricrescita del capello che erano impensabili, ma è necessario prima di tutto riconoscere la causa della caduta e fare una diagnosi specifica, in modo da indicare la terapia più adeguata.