Il sushi è un piatto tipico giapponese che ha guadagnato popolarità in tutto il mondo grazie alla combinazione unica di sapori e alla sua presentazione artistica, diventando così uno dei piatti più iconici della cucina orientale.
Le sue origini risalgono a tempi remoti, quando in Cina il pesce veniva conservato tramite fermentazione con il riso. Col passare del tempo, questa tecnica si è evoluta in Giappone, dove il riso ha iniziato a essere consumato insieme al pesce.
Oltre al suo valore culturale, il sushi offre numerosi benefici nutrizionali. È composto principalmente da riso, pesce crudo, alghe, verdure e avocado. Questa combinazione lo rende un alimento completo. Il sushi è in grado di fornire:
Tra le alghe, la più conosciuta è l’alga nori, utilizzata proprio per avvolgere il sushi. È particolarmente apprezzata per il suo alto contenuto di iodio, un minerale essenziale per la salute della tiroide. Il suo consumo regolare, infatti, può contribuire al corretto funzionamento della tiroide e di conseguenza del metabolismo energetico. È una fonte di antiossidanti, tra cui carotenoidi e ficobiline, che aiutano a contrastare lo stress ossidativo e proteggere le cellule dall’invecchiamento precoce. Inoltre, grazie al suo contenuto di fibre solubili, l’alga nori supporta il benessere dell’apparato digerente e può aiutare a diminuire i livelli di colesterolo LDL, contribuendo così alla salute del sistema cardiovascolare.
La salsa di soia è un condimento fermentato che presenta alcune caratteristiche interessanti dal punto di vista nutrizionale, ma anche aspetti da considerare con moderazione. È povera di grassi e priva di colesterolo, il che la rende un condimento leggero rispetto ad altre salse più ricche di lipidi. Contiene fermenti naturali derivati dal processo di fermentazione, che possono favorire la digestione e la salute intestinale. Grazie alla presenza di antiossidanti, tra cui isoflavoni della soia, può contribuire alla protezione cellulare e alla regolazione ormonale. Nonostante ciò, la salsa di soia ha un contenuto di sodio molto elevato, che può influenzare la pressione arteriosa e la salute cardiovascolare se consumata in eccesso. Esistono però le varianti a basso contenuto di sodio, che possono essere una scelta migliore per chi ha necessità di avere un basso apporto di sodio ma senza rinunciare al gusto.
Anche il wasabi, che è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, ha delle proprietà benefiche, grazie alla presenza di composti bioattivi come gli isotiocianati che hanno un ruolo antimicrobico e antinfiammatorio, ma è necessario ridurne il consumo in caso di gastrite, reflusso gastroesofageo o colon irritabile.
Il sushi è spesso percepito come un alimento leggero e ipocalorico, ma questa convinzione non è sempre corretta. Nonostante alcune varianti siano relativamente poco caloriche, molte preparazioni possono avere un elevato apporto energetico e contenere ingredienti che ne modificano il profilo nutrizionale. L’aggiunta di salsine dolci, di formaggi cremosi e della maionese, o il metodo di cottura come per esempio la frittura, aumentano il contenuto calorico e rendono il sushi più difficile da digerire. Inoltre, spesso il riso e il pesce, non sono accompagnati dalla verdura e questo non garantisce una completezza nutrizionale.
Il sushi può essere parte di una dieta equilibrata, ma è importante scegliere varianti più semplici, e bilanciarle sempre con una buona porzione di verdure.