I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (D-NA), o Disturbi del Comportamento Alimentare, rappresentano un gruppo di patologie complesse che si manifesta con una alterazione persistente del comportamento alimentare.
Nel mese dedicato ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, approfondiamo come si definiscono questi disturbi, a quali campanelli d’allarme fare attenzione, e come supportare nel modo più adeguato chi ne soffre.
Pur esprimendosi in forme diverse, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione condividono due principali caratteristiche:
Queste caratteristiche possono danneggiare in modo importante la salute fisica e psicologica dei soggetti che ne soffrono a causa delle condotte alimentari disfunzionali che ne conseguono (ad esempio la mancata risposta allo stimolo di fame/sazietà, la restrizione alimentare, l’eccessivo consumo di cibo, la perdita di controllo, l’utilizzo di strategie di compensazione) e che inevitabilmente alterano lo stato nutrizionale e psicologico di chi ne soffre.
I pensieri che riguardano cibo e corpo sono intrusivi, ricorrenti, molto fastidiosi e tali da occupare gran parte dello spazio di pensiero risultando così molto invalidanti. Contrariamente a quanto si pensi, il basso peso non è l’unico e specifico marcatore di malattia, ed è pertanto importantissimo sottolineare che esistono condizioni di normopeso e sovrappeso che possono essere associate alla presenza di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) identifica le seguenti categorie di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: Pica, Disturbo di ruminazione, Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, Disturbo da alimentazione incontrollata, Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con e senza specificazione.
L’anoressia, la bulimia ed il disturbo da alimentazione incontrollata rappresentano le patologie più comunemente conosciute. Tra i soggetti in età evolutiva un disturbo molto frequente nella prima infanzia è il Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo (ARFID) che si esprime con una elevata selettività nelle scelte alimentari.
Gli adolescenti e i giovani adulti sono più a rischio di sviluppare i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: infatti l’età di esordio è più frequentemente compresa tra i 15 e i 19 anni, nonostante gli studi epidemiologici più recenti abbiano descritto un esponenziale aumento dei casi ad esordio precoce e quindi un abbassamento dell’età di esordio in epoca preadolescenziale (11- 13 anni); sono descritti casi anche prima dei 10 anni di età.
Nonostante i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione abbiano una prevalenza femminile con un rapporto approssimativo di 10:1 fra femmine e maschi, negli ultimi anni si è assistito a un aumento dei casi anche nel genere maschile, tanto che è sempre più frequente assistere a diagnosi precoci anche nei maschi.
Il DSM-5 riporta, per giovani di sesso femminile, una prevalenza a 12 mesi per l’anoressia nervosa di 0.4%, specificando che i dati sono meno chiari per il sesso maschile dove sicuramente la patologia è meno frequente; per la bulimia nervosa il DSM-5 riporta, per le giovani di sesso femminile, una prevalenza a 12 mesi da 1 a 1.5%. Il dato è meno conosciuto per il sesso maschile.
È importante imparare a riconoscere i campanelli d’allarme e i sintomi precoci dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. I segnali principali a cui prestare attenzione per riconoscere l’esordio risiedono nell’eccessiva attenzione rivolta al peso e forme del corpo. I cambiamenti repentini nei comportamenti alimentari abituali sono un ulteriore campanello d’allarme; frasi come “non ho fame”, “ho già mangiato” possono essere una spia, soprattutto tra i più piccoli.
Molta attenzione deve essere inoltre posta alle diete (soprattutto se gestite in autonomia). Durante l’adolescenza possono essere molto pericolose e possono favorire lo sviluppo un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione. Altri campanelli d’allarme a cui fare attenzione sono: alterazioni improvvise del tono dell’umore, tendenza ad isolarsi e a diventare irritabili, studiare in modo ossessivo, ritrovare il frigo o la dispensa svuotati, etc.
Chi soffre di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione non è sempre consapevole della malattia, proprio perché i sintomi stessi e i pensieri intrusivi riguardanti il cibo e il corpo diventano la normalità per la persona, questo può rendere difficile riconoscerli come parte di una patologia.
Parlare con chi soffre in modo non giudicante, con pazienza e condividendo le proprie preoccupazioni può essere un modo semplice ma diretto per accompagnare la persona che ne soffre ad acquisire consapevolezza sulla necessità di aiuto.
Quando ci si confronta con chi soffre di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, è importante parlare in prima persona spiegando la propria preoccupazione provando a condividere quello che si vede senza giudicare chi sta male (“Sono preoccupato/a per te”, “Mi sembra che tu stia facendo molta fatica, come posso esserti d’aiuto?”). Non è semplice trovare un modo per stare vicino a chi ne soffre, soprattutto quando la malattia diventa uno strumento per sentirsi finalmente forti e validati. È importante creare un clima di ascolto e gentilezza nel quale poter dire con fermezza la propria preoccupazione.
Ancora più importante è non commentare mai l’aspetto fisico e il corpo, ricordando che gli aspetti centrali dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione hanno proprio a che vedere con la percezione dell’immagine corporea. Frasi come “Stai bene” oppure “Hai un bell’aspetto” possono sembrare proprio un commento sul peso. Sottolineare invece aspetti, diversi dal peso, può invece aiutare la persona a sentirsi apprezzata ed è più probabile che la persona stessa si lasci ingaggiare in una relazione d’aiuto.