L’endometriosi è una malattia ginecologica cronica che in Italia colpisce il 10-15% delle donne in età fertile. L'endometriosi è una patologia invalidante, tanto che negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado"), rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Ministero della Salute.
Sempre in Italia, sono almeno 3 milioni le donne che ne soffrono, ma si tratta quasi certamente di una sottostima, dato che spesso viene diagnosticata anni dopo la sua manifestazione.
Per questa ragione, i medici di medicina generale e i ginecologi sono figure di riferimento per una rapida diagnosi e per il successivo trattamento.
Quali sono i sintomi dell’endometriosi? Come si diagnostica? Come si tratta? Ce ne parla il Prof. Massimo Candiani, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia UniSR, direttore della omonima Scuola di Specialità e direttore dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – Centro di riferimento per il trattamento dell’endometriosi.
L’endometriosi consiste nell’impianto fuori sede di frammenti di endometrio, cioè la mucosa che riveste la cavità uterina, e che normalmente si sfalda durante il ciclo mestruale.
L’insediamento e la crescita anomala di tessuto endometriale sulla superficie di altri organi (come ovaie, tube, intestino, vagina e vescica) causa uno stato infiammatorio cronico dei tessuti e la formazione di tessuto cicatriziale e aderenze che, se trascurati, possono anche causare infertilità.
Il sintomo caratteristico dell’endometriosi è il dolore:
Spesso, il dolore è così persistente da compromettere lo svolgimento delle attività quotidiane. A questo possono aggiungersi irregolarità del ciclo mestruale, problematiche intestinali, gonfiore addominale e difficoltà nel concepimento.
Non tutte le donne accusano i sintomi descritti: talvolta, anzi, sono così lievi da non destare sospetti. È importante invece fare attenzione qualora vi siano casi di endometriosi in famiglia: le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno infatti un rischio 7 volte maggiore di svilupparla a loro volta.
In queste situazioni il suggerimento è di rivolgersi a uno specialista ginecologo per un controllo precauzionale, anche solo in presenza di mestruazioni molto dolorose.
L’endometriosi resta una malattia difficile da diagnosticare, per diverse ragioni:
La combinazione di questi elementi determina spesso un ritardo nella diagnosi di endometriosi, che può essere formulata anche anni dopo la sua effettiva manifestazione. Al contrario, una diagnosi tempestiva è cruciale: prima si individua la malattia, più precocemente si potrà trattare o contenere.
Uno specialista ginecologo dovrà avere l’attenzione e la sensibilità di non sottovalutare i sintomi riferiti dalla paziente, bensì procedere con esami specifici, quali una visita ginecologica approfondita ed eventualmente una ecografia transvaginale, per individuare la presenza di cisti o tessuti in sedi anomale.
Purtroppo, ad oggi non esiste una cura definitiva per l’endometriosi. Tuttavia, la progressione della patologia e la sintomatologia possono essere attenuate con una terapia personalizzata, specifica per ciascuna paziente, mediante un approccio farmacologico e/o chirurgico.
La scelta del trattamento va concordata con lo specialista, valutandolo caso per caso, in base alle caratteristiche della paziente: età, intensità del dolore, presenza di cisti, eventuale desiderio di intraprendere una gravidanza.