L’innovazione tecnologica sta cambiando profondamente la nostra società e, di conseguenza, il mondo del lavoro e quello della formazione. In particolare, la tecnologia più dirompente degli ultimi anni è rappresentata dall’intelligenza artificiale, anche conosciuta come AI utilizzando la dicitura derivata dalla terminologia anglofona Artificial Intelligence.
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Un risvolto inaspettato legato alla crescente diffusione dell’AI è l’interdisciplinarità tra filosofia e intelligenza artificiale, un connubio che offre importanti opportunità a chi vuole puntare su nuovi orizzonti formativi integrando competenze in campo umanistico e in ambito tecnico-scientifico. D’altra parte, molti dei protagonisti e delle protagoniste dell’ultima rivoluzione tecnologica hanno conoscenze in filosofia che si sono rivelate fondamentali per il loro successo.
Oggi questo rapporto sta diventando ancora più forte che in passato, con la crescente ricerca da parte delle aziende che stanno lavorando con l’AI di persone che oltre a una specializzazione tecnica possiedono anche competenze in filosofia. Questo cambiamento richiede un’attenta riflessione sulla pianificazione del proprio percorso di studi, per capire come una laurea in filosofia può portare a una carriera nel campo dell’intelligenza artificiale e quali sono le possibilità offerte da questa scelta.
L’intelligenza artificiale è una tecnologia che sta avanzando rapidamente ed è in grado di rivoluzionare la società contemporanea, sostituendo gli esseri umani in diversi impieghi e cambiando il modo di lavorare delle aziende in tantissimi settori. Allo stesso tempo, l’AI desta alcune preoccupazioni, sollevando una serie di questioni etiche che le aziende che operano con l’intelligenza artificiale devono inevitabilmente affrontare, ma che richiedono competenze specifiche in ambiti non prettamente scientifici.
È in questo contesto che i laureati e le laureate in filosofia stanno diventando delle figure molto ricercate dalle imprese che lavorano con l’AI, poiché possono aiutare le aziende a gestire il dibattito etico sia sul lato filosofico che sociale. Nel dettaglio, questo bagaglio di conoscenze è ritenuto fondamentale per capire come utilizzare l’intelligenza artificiale in modo corretto, valutando in maniera approfondita l’impatto sociale ed economico dello sviluppo e dell’implementazione di queste tecnologie.
L’interdisciplinarità tra cultura umanistica e scientifica è una questione piuttosto recente, infatti la distinzione tra questi due mondi del sapere è cominciata solo nel XVII secolo con la nascita del metodo scientifico sperimentale e della scienza moderna. Questa divisione è diventata più netta tra l’Ottocento e il Novecento, portando Charles Percy Snow a interrogarsi sulla necessità di un dialogo tra questi due campi del sapere attraverso la pubblicazione del saggio Le due culture nel 1959. Oggi, l’AI ha reso di nuovo attuale l’esigenza di colmare questa separazione.
Un mercato del lavoro rimasto piuttosto stabile durante la seconda metà del XX secolo ha portato a una grande richiesta di persone con un’elevata specializzazione tecnica, trascurando invece la formazione umanistica. Tuttavia, la trasformazione imposta dalla transizione digitale ha cambiato completamente questa situazione, rendendo il mercato del lavoro più instabile e facendo emergere un mondo contemporaneo inedito che richiede un nuovo approccio alla formazione.
In particolar modo, la formazione più adatta a un contesto in trasformazione deve puntare sull’interdisciplinarità, per introdurre nel mondo del lavoro figure professionali con una specializzazione tecnica, ma anche in possesso di un atteggiamento aperto e critico, frutto di una formazione umanistica. Questo processo ha portato di fatto alla riscoperta della filosofia, con la ricerca da parte delle aziende di persone che oltre al rigore dell’analisi sono in grado di avere una visione d’insieme, partendo da una conoscenza profonda degli esseri umani e delle loro interazioni sociali per sviluppare delle letture innovative.
Poiché l’intelligenza artificiale sta sollevando enormi questioni filosofiche questo cambiamento è stato amplificato, rendendo quanto mai necessaria la presenza nelle aziende di persone capaci di adottare una prospettiva critica, globale e di lungo periodo. Non si tratta però di una trasformazione avvenuta solo negli ultimi anni, ma di un processo graduale. Secondo uno studio realizzato da David J. Deming presso l’Università di Harvard, mentre le occupazioni STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono diminuite del 3,3% tra il 1980 e il 2012 negli Stati Uniti, nello stesso periodo i lavori con un alto livello di interazione sociale sono aumentati di quasi il 12%.
Se la diffusione dell’intelligenza artificiale sta valorizzando le competenze umanistiche, il connubio tra filosofia e innovazione tecnologica nelle imprese non è affatto una novità. Un esempio è quello di Reid Hoffman, partner di Greylock oltre che co-fondatore ed ex-presidente di LinkedIn, la piattaforma che ha cambiato il modo di cercare lavoro e fare networking tra professionisti. Con un master in filosofia presso l’Università di Harvard, oggi Hoffman è co-fondatore di Inflection AI, uno studio di intelligenza artificiale che lavora in modo multidisciplinare per creare nuove esperienze digitali.
Anche il miliardario canadese Steward Butterfield è partito da una laurea in filosofia all’Università di Victoria, prima di cofondare il sito di condivisione di foto Flickr e l’app di messaggistica per il business Slack. Ad inizio 2024 è stata lanciata l’AI di Slack, uno strumento innovativo che offre nuove funzionalità agli utenti per aumentare la produttività e automatizzare le attività di routine con l’intelligenza artificiale.
Ad ogni modo, l’elenco di persone che hanno raggiunto il successo nell’era digitale anche grazie ai loro studi in filosofia è piuttosto lungo. Include infatti anche Carly Fiorina, ex CEO di HP che ha recentemente lanciato una linea di nuovi PC con AI, laureata in storia medievale e filosofia alla Stanford University, e Peter Thiel, co-fondatore di PayPal che ha da poco integrato l’AI nei suoi sistemi di pagamento digitale, laureato in filosofia del XX secolo a Stanford. Infine, merita una menzione Eva Chen, attuale CEO di Trend Micro, la società di software di sicurezza americano-giapponese che da anni usa l’AI per gestire i rischi di cybersicurezza e tutelare i propri clienti, che ha studiato filosofia all’Università National Chengchi di Taiwan.
Naturalmente, per intraprendere una carriera di questo tipo è necessario innanzitutto disporre di una formazione solida e di alto livello, come quella messa a disposizione dal Corso di Laurea Triennale in Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, che affronta quelli che sono i temi più urgenti della cultura e della società attuale. Per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito ufficiale del Corso.