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Natale e il paradosso della felicità: quando i social creano aspettative troppo alte

Scritto da Autori vari | Nov 28, 2025 12:32:26 PM

Dicembre è il mese delle luci, delle tavole imbandite, dei profumi di casa… e, sempre più spesso, delle foto perfette sui social. Mentre scorriamo le ‘stories’ delle feste, tutto sembra sorriderci: famiglie armoniose, regali incartati con cura, momenti di intimità scintillante. Eppure, per molte persone, questo è anche il periodo dell’anno in cui emergono sentimenti inaspettati: confronto, pressioni ad essere all’altezza, malinconia.

Come si spiega questo paradosso? Perché, proprio quando dovremmo sentirci più felici, alcuni di noi sperimentano emozioni contrastanti? La psicologia in genere, e in particolare la psicologia sociale, ci dà alcune risposte interessanti basate sul concetto di confronto sociale.

La stagione del confronto quasi inevitabile

Secondo la teoria del confronto sociale, proposta dallo psicologo statunitense Leon Festinger, confrontarsi con gli altri è un bisogno umano fondamentale: cerchiamo costantemente punti di riferimento per autovalutarci e capire se stiamo “andando bene” (Festinger, 1954) sia rispetto alle performance che, ancor di più, nei nostri atteggiamenti e opinioni. Nella vita quotidiana il confronto avviene in modo spontaneo e quasi invisibile; ma sui social media questo meccanismo viene amplificato e potenziato.

In occasioni come quelle del Natale, questo il processo del confronto sociale raggiunge il suo apice. La piattaforma diventa un mosaico scintillante di ciò che gli altri hanno scelto di mostrare: momenti felici, ritrovi ‘perfetti’, rapporti sereni, regali scelti con cura. Un flusso costante di immagini che, in verità, rappresenta una versione accuratamente selezionata e filtrata della realtà. Come osservano diversi studi condotti sulla psicologia dei media, ciò che vediamo online non è mai neutro: è il risultato di una forte selezione personale e sociale (Chou & Edge, 2012).

È qui che entra in gioco il fenomeno noto come confronto sociale verso l’alto, in cui tendiamo a confrontarci con chi appare “migliore”, più felice, più organizzato. Durante le festività il confronto può diventare particolarmente intenso perché si innesta su una norma sociale già forte: l’aspettativa che il Natale debba essere un periodo gioioso, armonioso, quasi perfetto. Quando osserviamo le ‘versioni migliori’ degli altri, rischiamo di percepire il nostro vissuto come meno ricco o meno adeguato.

La ricerca mostra che questo confronto non solo è comune, ma è pure automatico: senza quasi rendercene conto, misuriamo la nostra realtà rispetto a quella degli altri, spesso traendo conclusioni affrettate sul nostro valore o sulla nostra felicità (Vogel et al., 2014).

Il paragone è però falsato alla radice. I social media non mostrano l’intero quadro, ma una finestra personalizzata che si affaccia solo su ciò che le persone desiderano condividere. Un account Instagram è una vetrina, non un diario intimo. E come ogni vetrina, è progettata per mostrare il meglio, non la realtà dei fatti.

Capire questi processi non elimina certo il confronto sociale, ma lo rende più trasparente. La psicologia in generale, e la psicologia sociale in particolare, ci invita dunque a interpretare ciò che vediamo sui social solo come un frammento – necessariamente parziale – della realtà che ci circonda, e certamente non come una misura del nostro valore intrinseco. E, con ciò, ci suggerisce anche di ricordare che, dietro ogni immagine perfetta, c’è una realtà complessa e necessariamente più sfumata – la realtà sociale in cui siamo immersi.

 

References

  • Chou, H. T. G., & Edge, N. (2012). They are happier and having better lives than I am”: The impact of using Facebook on perceptions of others' lives. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 15(2), 117–121.
  • Festinger, L. (1954). A theory of social comparison processes. Human Relations, 7(2), 117–140.
  • Vogel, E. A., Rose, J. P., Roberts, L. R., & Eckles, K. (2014). Social comparison, social media, and self-esteem. Psychology of Popular Media Culture, 3(4), 206–222.

 

Articolo scritto da Federico Contu, Assistant Professor alla Jagiellonian University in Kràkow e collaboratore di UniSR-Social.Lab, Simona Sciara, Ricercatrice UniSR e Giuseppe Pantaleo, Professore Ordinario di Psicologia Sociale UniSR, Direttore di UniSR-Social.Lab, il laboratorio di psicologia sociale UniSR, Presidente del Cdl triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche UniSR e Responsabile del Comitato Ordinatore del CdL triennale in Scienze Politiche e Strategie Globali UniSR/UniBG.