Dicembre è il mese delle luci, delle tavole imbandite, dei profumi di casa… e, sempre più spesso, delle foto perfette sui social. Mentre scorriamo le ‘stories’ delle feste, tutto sembra sorriderci: famiglie armoniose, regali incartati con cura, momenti di intimità scintillante. Eppure, per molte persone, questo è anche il periodo dell’anno in cui emergono sentimenti inaspettati: confronto, pressioni ad essere all’altezza, malinconia.
Come si spiega questo paradosso? Perché, proprio quando dovremmo sentirci più felici, alcuni di noi sperimentano emozioni contrastanti? La psicologia in genere, e in particolare la psicologia sociale, ci dà alcune risposte interessanti basate sul concetto di confronto sociale.
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La stagione del confronto quasi inevitabile
Secondo la teoria del confronto sociale, proposta dallo psicologo statunitense Leon Festinger, confrontarsi con gli altri è un bisogno umano fondamentale: cerchiamo costantemente punti di riferimento per autovalutarci e capire se stiamo “andando bene” (Festinger, 1954) sia rispetto alle performance che, ancor di più, nei nostri atteggiamenti e opinioni. Nella vita quotidiana il confronto avviene in modo spontaneo e quasi invisibile; ma sui social media questo meccanismo viene amplificato e potenziato.
In occasioni come quelle del Natale, questo il processo del confronto sociale raggiunge il suo apice. La piattaforma diventa un mosaico scintillante di ciò che gli altri hanno scelto di mostrare: momenti felici, ritrovi ‘perfetti’, rapporti sereni, regali scelti con cura. Un flusso costante di immagini che, in verità, rappresenta una versione accuratamente selezionata e filtrata della realtà. Come osservano diversi studi condotti sulla psicologia dei media, ciò che vediamo online non è mai neutro: è il risultato di una forte selezione personale e sociale (Chou & Edge, 2012).
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È qui che entra in gioco il fenomeno noto come confronto sociale verso l’alto, in cui tendiamo a confrontarci con chi appare “migliore”, più felice, più organizzato. Durante le festività il confronto può diventare particolarmente intenso perché si innesta su una norma sociale già forte: l’aspettativa che il Natale debba essere un periodo gioioso, armonioso, quasi perfetto. Quando osserviamo le ‘versioni migliori’ degli altri, rischiamo di percepire il nostro vissuto come meno ricco o meno adeguato.
La ricerca mostra che questo confronto non solo è comune, ma è pure automatico: senza quasi rendercene conto, misuriamo la nostra realtà rispetto a quella degli altri, spesso traendo conclusioni affrettate sul nostro valore o sulla nostra felicità (Vogel et al., 2014).
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Il paragone è però falsato alla radice. I social media non mostrano l’intero quadro, ma una finestra personalizzata che si affaccia solo su ciò che le persone desiderano condividere. Un account Instagram è una vetrina, non un diario intimo. E come ogni vetrina, è progettata per mostrare il meglio, non la realtà dei fatti.
Capire questi processi non elimina certo il confronto sociale, ma lo rende più trasparente. La psicologia in generale, e la psicologia sociale in particolare, ci invita dunque a interpretare ciò che vediamo sui social solo come un frammento – necessariamente parziale – della realtà che ci circonda, e certamente non come una misura del nostro valore intrinseco. E, con ciò, ci suggerisce anche di ricordare che, dietro ogni immagine perfetta, c’è una realtà complessa e necessariamente più sfumata – la realtà sociale in cui siamo immersi.
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References
- Chou, H. T. G., & Edge, N. (2012). They are happier and having better lives than I am”: The impact of using Facebook on perceptions of others' lives. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 15(2), 117–121.
- Festinger, L. (1954). A theory of social comparison processes. Human Relations, 7(2), 117–140.
- Vogel, E. A., Rose, J. P., Roberts, L. R., & Eckles, K. (2014). Social comparison, social media, and self-esteem. Psychology of Popular Media Culture, 3(4), 206–222.
Articolo scritto da Federico Contu, Assistant Professor alla Jagiellonian University in Kràkow e collaboratore di UniSR-Social.Lab, Simona Sciara, Ricercatrice UniSR e Giuseppe Pantaleo, Professore Ordinario di Psicologia Sociale UniSR, Direttore di UniSR-Social.Lab, il laboratorio di psicologia sociale UniSR, Presidente del Cdl triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche UniSR e Responsabile del Comitato Ordinatore del CdL triennale in Scienze Politiche e Strategie Globali UniSR/UniBG.