Il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del cuore (World Heart Day) con l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari sono caratterizzate da un’eziologia multifattoriale: sono cioè determinate da più fattori di rischio che contribuiscono al loro sviluppo.
Alcuni fattori di rischio, ovvero caratteristiche che aumentano la probabilità di insorgenza della malattia, sono non modificabili:
Altri fattori di rischio, invece, sono modificabili: ciò significa che, cambiando lo stile di vita, è possibile diminuire o prevenire il rischio di patologie cardiovascolari. Alcuni fattori di rischio modificabili sono:
Se sei fumatore, smettere è il regalo più grande che puoi fare al tuo cuore, per te e per chi ti circonda. Le sostanze cancerogene e infiammatorie contenute nel fumo di sigaretta sono la causa o concausa principale di tumori polmonari, bronchite ostruttiva, enfisema, infarto e ictus: ad esempio, la nicotina accelera il battito cardiaco, mentre il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue favorendo lo sviluppo dell’aterosclerosi.
Inoltre, fumare interferisce con la funzione delle piastrine, le cellule del sangue che attivano la coagulazione: ciò facilita la formazione di un trombo all’interno della coronaria, con conseguente blocco del flusso al muscolo “nutrito” da quella coronaria e lo sviluppo di un danno: l’infarto miocardico. In un paziente fumatore la probabilità di insorgenza di un infarto è anticipata di 10 anni rispetto ad un non-fumatore, a parità di tutti gli altri fattori di rischio.
Se decidi di smettere di fumare, vedrai benefici fin da subito: già entro pochi giorni o settimane miglioreranno i sensi di gusto e olfatto, respirerai più facilmente e avrai più energia. Seguiranno altri vantaggi, tra cui: migliore circolazione del sangue e migliore funzionalità polmonare, con conseguente riduzione di tosse, respiro sibilante o altri problemi respiratori. Dopo un anno il rischio di infarto si dimezza rispetto a quello di un fumatore; dopo 15 anni il rischio di infarto scende allo stesso livello di chi non ha mai fumato.
L’esercizio fisico regolare ha molteplici effetti benefici sul metabolismo (glicemia e lipidi), la pressione arteriosa, rafforza il cuore mediante l’allenamento e migliora la circolazione del sangue agendo direttamente anche sulle piccole arterie. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, per attività fisica si intende “qualunque sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”.
La regola più semplice per una attività fisica efficace è quella di svolgerla per 30’ almeno 5 volte alla settimana. Non è necessaria una attività “intensa”, ma serve l’attività aerobica, che aumenta la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo, rendendo la circolazione più efficiente.
Ciò che mangiamo gioca un ruolo cruciale nella salute del nostro cuore. Cerca di seguire un’alimentazione varia, che prevede un regolare consumo di legumi, pesce, frutta fresca, verdure e ortaggi, prediligi oli vegetali (non trasformati in grassi saturi come la margarina), alimenti ricchi di amido e le carni magre.
Al contrario, limita il consumo di insaccati e formaggi, dolci e cibi con elevato contenuto di colesterolo. Riduci anche il consumo di bevande zuccherate e di bevande alcoliche, e limita il consumo di sale nei cibi (studi come Intersalt hanno dimostrato che in alcune popolazioni l’incremento della pressione arteriosa dipenda largamente dal consumo di sale nell’alimentazione).
La riduzione dell’apporto di sale, l’attività fisica regolare ed una dieta equilibrata riescono globalmente a ridurre il rischio cardiovascolare in maniera significativa.
È importante tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo, entrambi fattori di rischio significativi per le malattie cardiache. Una pressione arteriosa elevata contribuisce fino al 40% di tutti gli eventi cardiovascolari maggiori: infarto, ictus e le loro conseguenze anche fatali. Per tale motivo l’ipertensione viene chiamata “killer silenzioso”. Nella sola Italia ci sono oltre 15 milioni di persone ipertese e solamente un terzo di esse ha la pressione normalizzata dalle strategie terapeutiche (stili di vita e farmaci adeguati); invece, diminuire la pressione arteriosa di anche di soli 5-10 mmHg può ridurre il rischio di infarto e di ictus del 20-25%.
Deve essere posta grande attenzione anche ai livelli di colesterolo (sostanza naturalmente presente nell’organismo): maggiore è la sua quantità nel sangue, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti dei vasi sanguigni ostruendoli. Rilevante è anche la HDL-colesterolemia. Le HDL (high density lipoproteins) sono definite “colesterolo buono”: sono infatti lipoproteine (ovvero “aggregati” di proteine e colesterolo) che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato affinché venga eliminato. Minore è la quantità di HDL, maggiore è il rischio cardiovascolare. La prevenzione cardiovascolare deve mantenere i livelli di colesterolo non-HDL (o LDL, low density lipoprotein, la componente dannosa del colesterolo) e dei trigliceridi entro livelli ottimali per il profilo di rischio individuale della persona.
Per concludere, ecco 5 curiosità sul cuore che (forse) non conoscevi:
Inizia oggi a prenderti cura del tuo cuore!
Articolo scritto in collaborazione con il Prof. Domenico Cianflone, Associato di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare presso UniSR.
Per approfondimenti: