Barrette, yogurt, biscotti, ma anche pasta, latticini, bevande: da diverso tempo i nostri scaffali sono quasi invasi da cibi industriali che si reclamano “ad alto contenuto proteico”.
Quando si parla di alimentazione iperproteica? Questo fenomeno è una “moda” (come il “senza olio di palma” di qualche anno fa) o ci sono studi che associano effettivamente un consumo di cibi iperproteici a un migliore stato di salute? E quali sono le accortezze da osservare?
Quante proteine servono davvero al nostro organismo per stare in salute? Recentemente sembra scoppiata una “proteina-mania”: più alto è l’apporto di proteine più si ha la percezione che possa far bene (o meglio) al nostro organismo. Se un tempo i prodotti iperproteici erano esclusivi di una nicchia di persone appartenenti al mondo dello sport, oggi il consumo di questi alimenti si è diffuso anche nel resto della popolazione.
Non parliamo di alimenti naturalmente ricchi in proteine, come ad esempio il parmigiano o la bresaola, ma di tutti quei prodotti che sull’etichetta nutrizionale dichiarano una percentuale maggiore di proteine rispetto ai loro prodotti analoghi e sono indicati come high protein (HP). Si va da prodotti a base di latte, come yogurt, creme, formaggi, a prodotti da forno come cracker, biscotti, pane, barrette.
Va premesso che le proteine sono fondamentali per il nostro organismo. Dopo l’acqua infatti, sono la componente più abbondante nel nostro corpo, e svolgono molte funzioni:
Secondo i LARN (livelli di assunzione di riferimento dei nutrienti) il fabbisogno proteico giornaliero attraverso l’alimentazione si attesta intorno a 0,8 grammi per Kg di peso corporeo per la popolazione adulta. Questa quota è abbondantemente raggiungibile tramite una dieta bilanciata ed equilibrata come quella mediterranea, in cui si ha un buon apporto di cereali integrali, legumi, carni magre, pesce azzurro e frutta secca a guscio, insieme ovviamente a verdura e frutta.
Anche chi fa sport, e che può avere un più alto fabbisogno proteico, può soddisfare il giusto apporto di proteine senza necessariamente ricorrere a prodotti confezionati addizionati di questo nutriente. L'eventuale necessità di un'integrazione proteica per chi fa sport ad alto livello deve essere valutata dal nutrizionista in base al tipo di sport e alle caratteristiche dell'atleta.
I cibi iperproteici nella maggior parte dei casi sono prodotti industriali ultra processati. Tra gli ingredienti si ritrovano sostanze il cui consumo quotidiano può aumentare il rischio di malattie metaboliche: addensanti, edulcoranti, zuccheri, grassi saturi (senza dimenticare che non sono neanche prodotti economicamente vantaggiosi).
Il consiglio allora è: facciamo sempre attenzione alle etichette nutrizionali, confrontando prodotti analoghi e leggendo la lista degli ingredienti. Scegliamo fonti proteiche naturali come legumi, pesce, carni bianche, cereali integrali. E chiediamo aiuto al nutrizionista per orientarci a compiere scelte individuali più corrette per un buono stato di salute.