I Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (D-NA) sono patologie complesse che riguardano il corpo e la mente, si manifestano con una alterazione persistente del comportamento alimentare e possono avere conseguenze molto gravi sulla salute fisica e mentale.
Pur esprimendosi in forme diverse, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione condividono due principali caratteristiche:
- una eccessiva preoccupazione e controllo per il peso e le forme corporee;
- una distorta percezione dell’immagine corporea.
Queste caratteristiche possono danneggiare in modo importante la salute fisica e psicologica dei soggetti che ne soffrono a causa delle condotte alimentari disfunzionali che ne conseguono (ad esempio la mancata risposta allo stimolo di fame/sazietà, la restrizione alimentare, l’eccessivo consumo di cibo, la perdita di controllo, l’utilizzo di strategie di compensazione) e che inevitabilmente alterano lo stato nutrizionale e psicologico di chi ne soffre.
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I numeri che fanno riflettere
In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, più di 3 milioni di persone soffrono di un disturbo alimentare. L’80% sono donne, ma il numero di uomini coinvolti è in aumento. L’età media di esordio si sta abbassando: oggi si vedono casi già a 8-9 anni.
L’anoressia nervosa ha il tasso di mortalità più alto tra le malattie psichiatriche: si stima, infatti, che tra il 5% e il 10% delle persone che ne soffrono non sopravvivano alla malattia. La bulimia e il binge eating, invece, aumentano il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari, con un impatto importante sulla qualità della vita.
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D-NA: non solo anoressia e bulimia
Quando si parla di disturbi alimentari, spesso si pensa solo ad anoressia e bulimia. In realtà, il mondo dei D-NA è molto più ampio. Esistono disturbi come l’ortoressia (ossessione per il cibo sano), la bigoressia (fissazione per lo sviluppo muscolare) e l’ARFID (disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, che porta a evitare certi alimenti per paura di sentirsi male).
Anche i fattori di rischio sono molteplici: genetica, famigliarità, aspetti temperamentali, caratteristiche personali, pressione sociale, aspetti traumatici, ansia e depressione giocano un ruolo chiave. Per esempio, studi gemellari e di genetica quantitativa dimostrano che la biologia può influire fino al 50-80% nello sviluppo dell’anoressia (Kaye et al., 2019).
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Come riconoscere i segnali?
Molti segnali vengono sottovalutati o scambiati per "normali abitudini". Alcuni campanelli d’allarme da non ignorare sono:
- Ossessione per il cibo, le calorie o l’attività fisica
- Isolamento sociale, rifiuto di mangiare in compagnia
- Perdita o aumento di peso improvviso
- Sensazione di colpa o ansia legata ai pasti
Se ti riconosci in questi comportamenti o noti questi segnali in qualcuno vicino a te, parlarne è il primo passo. Rivolgersi a un professionista può fare la differenza.

Si può prevenire?
Sì, e il primo passo è parlarne senza tabù. Secondo l’ISS e SIRIDAP, le strategie migliori per prevenire i D-NA sono:
- Educare a un rapporto sano con il cibo (niente diete estreme o demonizzazione di certi alimenti)
- Evitare body shaming e stereotipi tossici legati al corpo
- Favorire il supporto psicologico, specialmente tra adolescenti e giovani adulti
Un problema di salute pubblica
I D-NA non colpiscono solo chi ne soffre, ma hanno un impatto enorme sulla società: ricoveri ospedalieri, difficoltà nel lavoro e nelle relazioni, e un carico emotivo pesante per le famiglie. Per questo, istituzioni, università e associazioni lavorano insieme per diffondere informazioni corrette e facilitare l’accesso alle cure.
La consapevolezza è il primo passo per il cambiamento. Se vuoi saperne di più o hai bisogno di aiuto, ci sono centri specializzati pronti a supportarti. Parlare di disturbi alimentari non è debolezza, ma un atto di coraggio.
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