Dal 7 a 10 ottobre 2021 si terrà la X edizione di MIA Fair, la prima e più importante fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia in Italia. Nell’ambito del ricco palinsesto culturale della mostra, il format "Arte&Scienza", parteciperanno anche alcuni docenti della Facoltà di Filosofia UniSR.
Tra questi, la Prof.ssa Francesca Pola, Associato di Storia dell’arte contemporanea presso la Facoltà di Filosofia UniSR, che interverrà con un talk intitolato “Irriproducibilità dell’arte nell’era digitale”, di cui si anticipano qui alcune riflessioni.
Arte nell’era post-digitale
Come in ogni ambito della nostra vita, anche in quello dell’arte la transizione post-digitale che stiamo attraversando va compresa come un mutamento culturale complessivo: non unicamente come un’evoluzione tecnologica tesa a semplificare i processi e le relazioni del nostro agire in immagini, ma come una complessità da conoscere e navigare consapevolmente, se s’intende continuare a dare un significato autenticamente umano, e non unicamente né prevalentemente finanziario, al tema del “valore” dell’opera d’arte.
NFT e opere d’arte digitali
I temi relativi alla riproducibilità tecnica [1] e alla dematerializzazione dell’immagine tecnologicamente determinata [2] sono da tempo oggetto di riflessione, ma ha recentemente assunto una particolare rilevanza il dibattito sulla crescente adozione, da parte del sistema artistico globale, di opere d’arte digitali come NFT, Non Fungible Token, criptovalute connotate da unicità, permanenza e inalterabilità.
Gli NFT sono costituiti da due componenti:
- Il Token (letteralmente, “gettone”), è una frazione di criptovaluta, cioè una moneta elettronica creata tramite un sistema di codici. Viene usata attraverso scambi memorizzati in una Blockchain (“catena di blocchi”), un registro elettronico criptato, solo parzialmente tracciabile.
- Il Token può essere Fungibile, ovvero divisibile e interscambiabile, oppure Non Fungibile (NFT, appunto), ovvero unico e non replicabile: questa sua unicità è permanente e inalterabile ed è scritta nei suoi stessi metadata [per “metadata” si intende un insieme di dati associati a un documento informatico, o a un fascicolo informatico, o ad un’aggregazione documentale informatica per identificarlo e descriverne il contesto, il contenuto e la struttura, nonché per permetterne la gestione nel tempo nel sistema di conservazione (DPCM del 13 novembre 2014), N.d.R].
Un’altra forma di mediazione: le piattaforme online
Il dibattito sulle opere digitali è esploso in particolare dopo l’asta Christie’s dell’11 marzo 2021, in cui Everydays: The First 5000 Days, opera dell’artista noto come Beeple, è stata venduta come NFT per oltre 69 milioni di dollari.
Vi è poi una tendenza del mercato che vede artisti digitali vendere le loro opere direttamente online come NFT, senza la mediazione del sistema tradizionale (ad esempio le gallerie d’arte), ma utilizzando piattaforme specificamente create a questo scopo (che costituiscono comunque un’altra forma di mediazione).
Il Corso di Laurea Magistrale in Teoria e storia delle arti e dell'immagine UniSR offre un percorso di formazione inedito nel panorama nazionale, basato sull’intreccio dei saperi tradizionali della storia dell’arte con le conoscenze teoriche e gli strumenti critici delle discipline di area filosofica ed estetica. Scopri di più
Se l’impiego del digitale come medium creativo non costituisce in sé un valore aggiunto delle opere d’arte stesse, vanno anche evitati i rischi di una banalizzazione culturale di questi strumenti ed esiti: ad esempio, con un potenziamento tecnologico progressivo di queste piattaforme, che renda possibile utilizzarle non solo per brevi video, animazioni digitali, o opere a carattere statico e illustrativo, che rispondono a una filosofia di impermanenza e transitorietà che connota molte forme odierne di esperienza estemporanea, ma anche per includere la complessità di una ricerca multimediale e digitale contemporanea che ha altre e significative forme di espressione innovativa, in chiave ad esempio installativa, multimediale, interattiva, virtuale, di intelligenza artificiale o realtà aumentata, di arte in rete, di uso creativo dei social media, ecc. [3].
La complessità dell’esperienza artistica
La riflessione rispetto a queste dinamiche è stata sinora prevalentemente articolata a livello di commercializzazione e diffusione dell’arte, in termini promozionali o speculativi, ma non può non riguardare anche la possibilità che esse diventino materia di emancipazione e declinazione artistica, anche grazie a un proficuo dialogo e confronto con la scienza. Questo può accadere in termini di gestione consapevole e innovativa del patrimonio artistico, ma anche e soprattutto in termini creativi. [4] Ad esempio, adottandole in chiave relazionale e partecipativa, facendone attivatori, connettori, provocatori di esperienze, anche per incentivare una consapevolezza sempre più generalizzata rispetto a questi temi. [5]
Se infatti la questione dell’esperienza artistica nell’era post-digitale non può evidentemente essere circoscritta a coincidere con quella dell’arte digitale, esse deve tenere comunque conto della dimensione espansa e “aumentata” del nostro attuale orizzonte di esperienza. Un “valore” che resta difficilmente riproducibile, e non si esaurisce nella sua dimensione visiva, proprio per via della sua intrinseca e irriducibile complessità sensoriale, psicologica, culturale, immaginifica, umana.
Ti interessa approfondire l’argomento? Ti aspettiamo al MIA Fair dal 7 al 10 ottobre 2021!
References
[1] W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936 (trad. it. Einaudi, Torino 2020).
[2] C. Marra, L’immagine infedele. La falsa rivoluzione della fotografia digitale, Bruno Mondadori, Milano 2006.
[3] T. Rivers Ryan, Token Gesture, “Artforum”, New York, May 2021.
[4] D. Quaranta, Surfing con Satoshi. Arte, blockchain e NFT, Postmedia Book, Milano 2021.
[5] C. Bishop, Digital Divide, “Artforum”, New York, September 2012.