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Sonno prima degli esami: è fondamentale, ed ecco perché

Vita da studente

Sonno prima degli esami: è fondamentale, ed ecco perché

3 set, 2021

Sessioni d’esame, esercitazioni, consegne, scadenze... gli impegni quotidiani di uno studente spesso impediscono un riposo sereno. Perché è importante dormire in maniera adeguata nei giorni precedenti una prova importante?

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Le fasi del sonno

Prima di discutere del ruolo fondamentale del sonno, è necessario ripassare brevemente gli stadi del sonno.

  1. Addormentamento; questa fase di transizione tra veglia e sonno dura generalmente pochi minuti; il corpo inizia a rilassare la muscolatura e rallentano battito cardiaco, respirazione e movimenti degli occhi.
  2. Sonno leggero; fase di sonno leggero che precede quello profondo. Il battito cardiaco e la respirazione rallentano e i muscoli si rilassano La temperatura corporea si abbassa e i movimenti oculari si fermano. L’attività delle onde cerebrali rallenta ma è caratterizzata da brevi episodi di attività elettrica.
  3. Sonno profondo non-REM; si verifica in periodi più lunghi durante la prima metà della notte. In questa fase il battito cardiaco e la respirazione si riducono al minimo, e potrebbero accadere episodi di sonnambulismo o di sonniloquio (parlare nel sonno). Le onde cerebrali diventano ancora più lente, ecco perché viene definita anche “slow wave sleep”.
  4. Sonno REM; l’acronimo REM sta per “rapid eye movements” poiché, in questa fase, l’unica attività muscolare è quella degli occhi, che dietro le palpebre si muovono rapidamente da un lato all’altro. L’attività delle onde cerebrali si avvicina a quella osservata durante la veglia, la respirazione si fa più veloce e irregolare e la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca aumentano fino a raggiungere i livelli di veglia. Durante il sonno REM avviene la maggior parte dei nostri sogni: se ci svegliamo in questa fase, ricorderemo particolarmente bene cosa abbiamo sognato.

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Il sonno consolida la memoria

Il sonno svolge un ruolo fondamentale per il consolidamento della memoria (durante il sonno viene inserito nei “depositi” della memoria quanto abbiamo appreso di giorno). Sono soprattutto le onde delta (onde lente e di grande ampiezza che caratterizzano il sonno profondo non-REM) a favorire l’archiviazione delle informazioni apprese di giorno: durante questa fase di sonno si registrano i livelli più bassi di acetilcolina [un neurotrasmettitore responsabile della trasmissione nervosa nel sistema nervoso centrale e periferico, N.d.R.]. Di giorno, al contrario, l’acetilcolina presenta livelli elevati poiché è necessaria per captare nuove informazioni.

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Studi recenti hanno comunque evidenziato che, mentre il sonno profondo non-REM è fondamentale per il deposito delle informazioni, il sonno REM ha un ruolo importante nel recuperare in modo preciso queste informazioni. È interessante ricordare che la prima evidenza che il riposo notturno fosse protettivo verso il naturale dimenticarsi di situazioni e cose risale addirittura al 1924, quando le diverse fasi del sonno non si conoscevano ancora.

Dormire fa inoltre “riposare” le aree anteriori del cervello importanti durante il giorno per l’attenzione, la capacità di giudizio e la capacità di fare associazioni, che vanno ad integrarsi con il funzionamento della memoria.

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Anche un breve sonnellino può aiutare

Anche un breve sonnellino pomeridiano può essere utile per memorizzare meglio. A tal proposito, una recente ricerca ha confrontato soggetti che facevano abitualmente un sonnellino pomeridiano con soggetti senza questa particolare abitudine: gli autori dello studio hanno scoperto che il sonnellino portava ad un miglioramento significativo nei test di memoria in entrambi i gruppi di soggetti.

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Il sonno è sensibile alle sostanze attivanti

Il sonno è molto sensibile a caffè, nicotina e sostanze attivanti: occorre fare attenzione poiché esse tendono non solo ad aumentare la latenza di addormentamento, ma anche a ridurre il sonno profondo non-REM (quello più importante per lo “stivaggio” delle informazioni).

A volte l’alcool viene utilizzato per favorire l’addormentamento e ridurre i livelli di ansia. Bisogna fare attenzione, perché se l’alcool ci consente di addormentarci prima, esso ha però un effetto negativo sulla continuità del sonno.

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Dormire allevia lo stress

Infine, il sonno è importante inibitore del cortisolo, ormone dello stress; il cortisolo, in caso di privazione di sonno, rimane alto e interagisce negativamente con l’amigdala, parte del cervello che regola le emozioni. È noto che le emozioni forti prima di andare sotto esame cancellano i ricordi immediatamente precedenti.

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Scritto da

Luigi Ferini Strambi
Luigi Ferini Strambi

Luigi Ferini Strambi è Professore Ordinario di Neurologia presso UniSR, ove dirige il Centro di Medicina del Sonno. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali. È stato Presidente della World Association of Sleep Medicine. Ha lavorato negli Stati Uniti, prima presso il Texas Medical Center dell’Università di Houston e poi presso il Stanford Sleep Medicine Center, Palo Alto, California. È appassionato di arte moderna, ama molto i cani (in particolare il suo giovane lagotto romagnolo) e il suo hobby principale è la pesca.

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