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Strumenti per apprendere: meglio e-book o libro di carta?

Vita da studente

Strumenti per apprendere: meglio e-book o libro di carta?

22 gen, 2021

L’esperienza sensoriale è un momento unico: sfogliare, annusare, soppesare un libro di carta non ha prezzo. Sì, ma un e-book è più pratico, e può contenere centinaia di testi. Okay, ma bisogna ricordarsi di ricaricare la batteria, mentre il libro cartaceo non ne ha bisogno. Giusto, eppure con l’e-book è possibile leggere perfino al buio.

E via così, innumerevoli sono le opinioni a difesa dell’uno o dell’altro schieramento: e-book o libro di carta?

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Il primo romanzo in formato digitale [“Riding the Bullet – Passaggio per il nulla”, di Stephen King, N.d.R.] risale a circa 20 anni fa, e negli ultimi anni l’uso di testi digitali, come quelli degli e-book, ha continuato ad aumentare in modo rapido.

Un’indagine ISTAT del 2018 indicava che il 20,6% dei lettori italiani aveva letto almeno un e-book, e dati del 2020 di Idealo indicano che il 62,8% degli italiani partecipanti al loro sondaggio dicono di preferire il formato digitale a quello cartaceo, con il maggior numero di acquisti di questo tipo provenienti da giovani tra i 25 e i 34 anni. 

Quali sono pro e contro delle due modalità di lettura? Ci sono differenze in merito ai processi di comprensione e apprendimento? Scopriamolo insieme in questa news.

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Lettura: 1 a 0 per il libro cartaceo (con qualche “ma”)

Review e metanalisi della letteratura sono concordi nell’affermare che la lettura è globalmente migliore quando avviene su materiale cartaceo, rispetto allo schermo. Ad esempio, i livelli di comprensione del testo sono più alti quando il brano è su supporto cartaceo, e diminuiscono gli episodi di distrazione dal compito di lettura.

La maggior efficacia della lettura su carta emerge anche da studi che hanno utilizzato l’analisi dei movimenti oculari, che mostrano come gli e-book siano meno leggibili e vadano ad affaticare di più il lettore. Non emergono invece differenze nella rapidità di lettura, che è simile nelle due modalità.

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Il “vantaggio” osservato per la lettura su carta sembra essere effettivo in particolare per testi informativi, come la maggior parte di quelli su cui studiamo; per i testi narrativi come i romanzi, invece, sembrano non emergere differenze significative tra le due modalità di lettura. Un dato interessante è quello che evidenzia come questa differenza tra modalità stia diminuendo nel corso degli anni, suggerendo che un ruolo importante sia giocato dalla familiarità con lo strumento di lettura: più faccio esperienza di lettura di e-book, meglio riesco a leggerli e comprenderli.

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La rivincita del digitale

Va sottolineato che, andando al di là della semplice lettura, il fatto di avere un documento scritto in modalità digitale permette di fare rapidamente una serie di operazioni che possono supportare la comprensione e lo studio di quello che si sta leggendo. Si pensi alla possibilità, comune alla maggior parte degli e-book, di poter conoscere immediatamente il significato di una parola sconosciuta grazie all’accesso a un vocabolario e/o traduttore digitale.

Questo può essere molto utile soprattutto quando si leggono testi che non sono nella propria madrelingua. Inoltre, alcuni testi digitali permettono l’accesso immediato a indicazioni aggiuntive, fonti originali, immagini, etc. tramite link, rendendo agile e veloce l’integrazione del testo con altre informazioni utili.

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Consideriamo inoltre che il testo digitale può essere un importantissimo e versatile strumento compensativo per chi ha difficoltà a leggere, per problemi sensoriali, per dislessia o per altre motivazioni. Il testo digitale permette infatti l’uso della sintesi vocale, che trasforma il testo scritto in testo orale, oppure la possibilità di ingrandire e modificare il carattere di scrittura. Queste funzioni aggiuntive possono rendere più fruibili i testi digitali.

 

 

Bibliografia

Scritto da

Valentina Tobia
Valentina Tobia

Psicologa, con un dottorato di ricerca in Psicologia sperimentale, linguistica e neuroscienze cognitive, dal 2019 è ricercatrice alla Facoltà di Psicologia UniSR. Si occupa di processi di apprendimento in età prescolare e scolare, sia considerando lo sviluppo tipico sia in relazione a difficoltà e disturbi specifici dell’apprendimento. Fa ricerca anche nell’ambito del benessere scolastico e degli effetti degli stressors nel contesto scuola. Svolge attività clinica presso il servizio di Psicopatologia dello Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele Turro e collabora con diverse scuole come psicologa scolastica e formatrice.

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