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Studiare a suon di musica: sì o no?

Vita da studente

30 nov, 2020

Quanti di voi ascoltano musica in sottofondo mentre si preparano per un esame? Molti studenti lo fanno, e sostengono che così “si concentrano di più”. Ma cosa dice la letteratura scientifica sugli effetti di questa abitudine sulle nostre competenze di studio?

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Sappiamo che le scelte musicali di ognuno sono legate a peculiari attivazioni neurali ed esiti cognitivi, che influenzano l’arousal [lo stato di attivazione, N.d.R.] fisiologico, l’umore, l’attenzione, la memoria, e anche la performance accademica.

La letteratura sugli effetti dell’ascolto di musica di sottofondo mentre si studia è però contrastante.

Effetti positivi e negativi

Alcune ricerche mostrano come ascoltare musica che ci piace e con determinate caratteristiche (es. musica classica) può avere degli effetti positivi sui nostri livelli di concentrazione e di comprensione di quello che stiamo leggendo, così come su alcuni processi di memoria.

Questo sembra avvenire attraverso la mediazione di cambiamenti di umore e arousal che avvengono in noi mentre ascoltiamo un determinato tipo di musica.

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Ci sono però anche studi che associano degli outcome negativi all’abitudine di ascoltare musica di sottofondo durante attività di studio. Ad esempio, sappiamo che la nostra capacità di comprendere quello che stiamo leggendo viene compromessa dall’ascolto di musica che non ci piace; a questo è preferibile studiare nel silenzio.

Sappiamo anche che brani cantati portano a maggior livelli di distrazione dal materiale di studio, e influiscono negativamente sulla memorizzazione. Si pensa che questo avvenga perché la nostra attenzione è limitata, e l’elaborazione delle informazioni provenienti dal brano cantato interferisce con l’elaborazione del materiale che stiamo studiando.

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Questione di caratteristiche individuali

Un elemento che è emerso dalla letteratura è che alcune caratteristiche individuali possono modulare l’effetto dell’ascolto di musica in background sulle attività di studio.

Ad esempio, come accennato prima, il nostro livello di gradimento di un determinato stile musicale, ma anche le nostre competenze musicali: sembra che per i musicisti vi sia una maggiore interferenza della musica con altre attività, tra cui quelle di studio.

Alcuni autori hanno ipotizzato che anche la personalità possa avere un ruolo, e ci sono alcune evidenze che studenti con alti livelli di estroversione vengano meno distratti dall’ascolto di musica in sottofondo durante lo studio.

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In conclusione, questo è un campo in cui la ricerca deve ancora darci alcune risposte. Nel frattempo, per accompagnare le vostre giornate di studio, potete scegliere il silenzio oppure la musica che vi piace, preferibilmente non cantata.

 

Bibliografia

Scritto da

Valentina Tobia
Valentina Tobia

Psicologa, con un dottorato di ricerca in Psicologia sperimentale, linguistica e neuroscienze cognitive, dal 2019 è ricercatrice alla Facoltà di Psicologia UniSR. Si occupa di processi di apprendimento in età prescolare e scolare, sia considerando lo sviluppo tipico sia in relazione a difficoltà e disturbi specifici dell’apprendimento. Fa ricerca anche nell’ambito del benessere scolastico e degli effetti degli stressors nel contesto scuola. Svolge attività clinica presso il servizio di Psicopatologia dello Sviluppo dell’Ospedale San Raffaele Turro e collabora con diverse scuole come psicologa scolastica e formatrice.

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