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Lo sviluppo dei vaccini, uno straordinario lavoro di squadra

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23 nov, 2021

Sono centinaia, probabilmente migliaia le persone che hanno lavorato insieme per realizzare i vaccini a mRNA”. “Tutti hanno aggiunto progressivamente qualche pezzo – me inclusa” [1].

Sono le parole, rispettivamente, di Pieter Cullis, biochimico e docente alla University of British Columbia (Vancouver, Canada), e di Katalin Karikò, biochimica e ricercatrice, docente all’Università della Pennsylvania (UPenn, Philadelphia, USA).

Entrambi hanno contribuito allo sviluppo dei vaccini a mRNA, tecnologia attualmente in uso per i vaccini anti-Covid-19 Pfizer-BioNTech e Moderna, tra i più sicuri ed efficaci mai creati.

Cullis è tra i perfezionatori delle nanoparticelle lipidiche, che proteggono l’mRNA e consentono un migliore assorbimento del vaccino nelle cellule, mentre Karikò ha contribuito a dimostrare, insieme al collega Drew Weissman, quali modifiche chimiche all’mRNA lo rendono più stabile, aggirando la degradazione da parte del sistema immunitario e garantendo una risposta immunitaria efficace.

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Schema illustrativo degli elementi essenziali che compongono i vaccini a mRNA. Un involucro lipidico racchiude una molecola di RNA messaggero che riporta la sequenza della proteina Spike del virus SARS-CoV-2. Nella molecola di mRNA, la base azotata uridina (U) è sostituita da una pseudouridina (ψ). Per approfondimenti sulla composizione dei vaccini a mRNA leggi la nostra news.

 

Non solo Cullis, Karikò e Weissman: i vaccini a mRNA non sono frutto dell’intuito e della ricerca di un singolo o di pochi nomi, bensì il risultato di decenni di studi, di collaborazioni multidisciplinari, team di ricercatori in tutto il mondo, che hanno formazioni, competenze e approcci differenti, e che si sono compensati, lavorando insieme per un fine comune. È il famoso “stare sulle spalle dei giganti” di newtoniana memoria.

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I vantaggi di lavorare in gruppo

Ogni individuo nasce e cresce all’interno di relazioni significative ed è innato il bisogno di appartenenza a gruppi sociali: il gruppo, infatti, contribuisce allo sviluppo dell’identità del singolo e fornisce norme di comportamento.

Si parla di “gruppo di lavoro” quando in un gruppo ogni membro ha un ruolo nella realizzazione di un obiettivo comune. In ambito di ricerca, i vantaggi del lavoro in gruppo sono molteplici: la condivisione di responsabilità, conoscenze e metodi, aumenta la motivazione e il senso di appartenenza del singolo, massimizza la produttività e l’impatto scientifico del lavoro [2].

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Il gruppo offre importanti prospettive alternative all’osservazione individuale, contribuendo ad un’analisi più ampia della realtà.

Tra i fattori che ottimizzano il clima cooperativo e la prestazione di gruppo vi sono:

  • Accordo e chiarezza di obiettivi
  • Equa divisione di responsabilità e benefici
  • Adeguatezza di risorse
  • Tolleranza verso l’errore

È da tenere presente che tutti i gruppi sono espressione delle dinamiche che derivano dall’interazione delle persone che li costituiscono e, in particolare, delle loro personalità [3;4].

Dove c’è un gruppo c’è anche un leader e la produttività del gruppo dipenderà anche dalle sue capacità e caratteristiche personologiche. Spesso risultano funzionali al ruolo determinati assetti di personalità con le conseguenti ricadute sugli stili relazionali (ad. es essere in grado di accettare posizioni diverse rispetto alle proprie, di condividere i passaggi di difficoltà, di vedere le necessità degli altri) [5].

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A livello clinico, la letteratura mostra come la presa in carico del paziente da parte di un team multidisciplinare porti a migliori risultati in termini di cura e a maggiore soddisfazione sul lavoro da parte dei professionisti [6;7].

Infine, per abituarsi al lavoro di squadra, anche nei corsi universitari risulta utile la presenza di attività di cooperative learning come presentazioni e progetti di gruppo, laboratori, attività extracurriculari. Oltre a una comprensione più profonda e duratura degli argomenti di studio, vengono favorite le competenze socio-relazionali, fondamentali per l’attività nel mondo lavorativo.

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References

[1] Dolgin, E., (2021) The tangled history of mRNA vaccines. Nature, 597 (318-324)

[2] Lickel, B., Hamilton, D. L., & Sherman, S. J. (2001). Elements of a lay theory of groups: Types of groups, relational styles, and the perception of group entitativity. Personality and Social Psychology Review, 5(2), 129-140.

[3] Bion, Wilfred R. Esperienze nei gruppi e altri saggi. Armando editore, 1997.

[4] Kernberg, O. (1999). Le relazioni nei gruppi. Ideologia, conflitto e leadership. Raffaello Cortina Editore, Milano.

[5] Di Mattei VE, Perego G., Mazzetti M. (2020) “Il narcisismo nel contesto sanitario” in F. Madeddu (Ed), I Molti volti di Narciso. Raffaello Cortina Editore, Milano.

[6] Hall, K. L., Vogel, A. L., Huang, G. C., Serrano, K. J., Rice, E. L., Tsakraklides, S. P., & Fiore, S. M. (2018). The science of team science: A review of the empirical evidence and research gaps on collaboration in science. American Psychologist, 73, 532–548.

[7] Pillay, B., Wootten, A. C., Crowe, H., Corcoran, N., Tran, B., Bowden, P., Crowe, J., & Costello, A. J. (2016). The impact of multidisciplinary team meetings on patient assessment, management and outcomes in oncology settings: A systematic review of the literature. Cancer Treatment Reviews, 42, 56–72.

Scritto da

Valentina Di Mattei
Valentina Di Mattei

Professore Associato e Specialista in Psicologia Clinica UniSR, coordina il Servizio di Psicologia Clinica della Salute dell’Ospedale San Raffaele ed è Fondatore e Responsabile del Programma “Salute allo Specchio”. Ama la poesia, la musica classica e l’arte in ogni sua forma. Con Dostoevskij è profondamente convinta che la bellezza salverà il mondo e per questo motivo, con trucchi e pennelli ha inventato un metodo per far star meglio persone che vivono le conseguenze psicologiche di pesanti terapie. Colleziona libri di scrittori amati che legge alla sera coi suoi bambini, cercando di coltivare fantasia e creatività e trasmettendo con Calvino l’importanza di prender la vita con leggerezza “che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Come personale terapia antistress ricorre al verde della natura, al blu del mare e al color oro dei suoi golden retriever.

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