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Vaccino anti malaria per i bambini: lo storico “via libera” dell’OMS

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Vaccino anti malaria per i bambini: lo storico “via libera” dell’OMS

20 ott, 2021

Il 6 ottobre 2021 è stata una giornata storica: l’OMS ha dato il via libera definitivo all’utilizzo del primo vaccino contro la malaria, una delle malattie infettive più letali, che causa ogni anno oltre 400mila decessi, specialmente nell’Africa subsahariana. Per dare un’idea dell’emergenza: un bambino muore di malaria ogni due minuti.

Il vaccino approvato si chiama RTS,S/AS01 (Mosquirix, prodotto da GlaxoSmithkline), e l’OMS ne ha raccomandato la somministrazione nei bambini di età inferiore ai 5 anni che vivono in aree a endemia moderata e elevata.

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Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito questa tappaun momento storico. Il tanto atteso vaccino contro la malaria per i bambini è una svolta per la scienza, la salute dei bambini e il controllo della malaria. L’utilizzo di questo vaccino, in aggiunta agli strumenti esistenti per prevenire la malaria, potrebbe salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno”.

Di questo risultato eccezionale abbiamo parlato con la Prof.ssa Antonella Castagna, Associato di Malattie Infettive e Direttore della scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali UniSR, nonché primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

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Le zanzare Anopheles, vettore della malaria

La malaria è causata da protozoi [organismi parassiti] del genere Plasmodium e trasmessa attraverso la puntura di un insetto vettore, la zanzara femmina del genere Anopheles, che punge l’uomo in genere dal tramonto all’alba. È una malattia prevenibile e curabile, eppure ancora oggi la malaria da Plasmodium falciparum [una delle specie più pericolose di plasmodio che causano la malaria nell’uomo], rappresenta un’urgenza, a volte un’emergenza medica, con tassi di mortalità ancora troppo elevati.

Nel 2019 sono stati stimati 229 milioni di casi nel mondo di cui oltre il 90% nell’Africa sub-sahariana e oltre 400.000 decessi, 274000 dei quali nei bambini di età inferiore ai 5 anni.

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Sintomi, diagnosi e trattamenti della malaria

Generalmente la sintomatologia insorge dopo una settimana dalla puntura infettante e non vi sono caratteristiche cliniche che consentano di differenziarla da altre malattie infettive. Pertanto di fronte ad ogni episodio febbrile in coloro che hanno soggiornato nei 3-4 mesi precedenti in aree endemiche, la malaria è la prima patologia da escludere.

La diagnosi è semplice e una diagnosi tempestiva e precoce è l’elemento chiave nel ridurre il rischio di una malaria grave e complicata e la mortalità. Abbiamo farmaci efficaci per la terapia della malaria da P. falciparum, nonostante vi siano alcuni ceppi di plasmodi resistenti a farmaci come la clorochina (fenomeno diffuso nella quasi totalità dell’Africa sub-sahariana, buona parte del Sud-Est Asiatico e gran parte dell’Amazzonia) e la meflochina (in alcune aree della penisola indocinese e in alcune zone dell’Africa Sub-sahariana). I medici dispongono inoltre di schemi terapeutici di combinazione consolidati anche nel trattamento ospedaliero delle forme più gravi.

 

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I principi ABCDE per prevenire la malaria

Come citato in precedenza, la malaria è una malattia prevenibile. L’OMS ha sintetizzato i comportamenti cardine per proteggersi efficacemente dall’infezione, stilando i cosiddetti principi ABCDE:

  1. consapevolezza del rischio;
  2. prevenzione della puntura;
  3. chemioprofilassi (assunzione di farmaci a scopo preventivo contro lo sviluppo o la diffusione di una malattia);
  4. diagnosi;
  5. trattamento presuntivo di emergenza (intervento immediato nel caso di sintomi sospetti).

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Il vaccino Mosquirix e i nuovi studi

In questo scenario il 6 ottobre 2021 è stata una giornata storica: OMS ha dato il via libera definitivo all’utilizzo del vaccino Mosquirix nei bambini di età inferiore ai 5 anni che vivono in aree a endemia moderata e elevata. È un vaccino ricombinante composto dalla proteina circumsporozoita del Plasmodium falciparum e combinato con antigeni di superficie dell'epatite B, somministrato per via intramuscolare in tre dosi ad intervalli di un mese l’una dall’altra, con un richiamo a 18 mesi dall’ultima somministrazione.

La decisione di OMS si basa sui risultati del programma pilota iniziato in tre paesi dell’Africa Sub-sahariana, Ghana, Kenya e Malawi, che ha coinvolto oltre 800.000 bambini: il vaccino RTS,S è sicuro, e sebbene non fornisca una protezione completa, riduce il rischio di malaria del 39% e il rischio di malaria complicata del 29%.

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Molto incoraggianti sono inoltre i risultati dello studio pubblicato poche settimane fa sul New England Journal of Medicine, condotto nel Sahel (in Africa sub-sahariana) a partire dal 2016 in oltre 6800 bambini di età compresa tra 5 e 17 mesi. L’utilizzo del vaccino combinato con l’uso della chemioprofilassi e delle zanzariere ha portato a una riduzione di oltre il 60% del rischio di ospedalizzazione e di morte per malaria. Il vaccino potrebbe prevenire ogni anno milioni di casi e molte migliaia di decessi nei bambini: un passo decisivo nella lunga lotta contro questa malattia.

Scritto da

Team Comunicazione UniSR
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