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Le alterazioni del senso cromatico

Curiosiscienza

12 gen, 2022

Il daltonismo è una condizione visiva caratterizzata dal deficit di visione di alcuni colori: si calcola che nel mondo siano circa 300 milioni le persone affette da daltonismo (quasi quanto l’intera popolazione degli Stati Uniti!). Il nome deriva dal chimico inglese John Dalton che, nel 1794, essendone lui stesso affetto, studiò e descrisse il fenomeno [1].

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Alcuni esempi del test Ishihara, ideato nel 1917 dall’omonimo medico giapponese, uno dei metodi più noti per la diagnosi di daltonismo. Il test consiste in una sequenza di tavole composte da immagini nelle quali una matrice di punti di grandezza variabile crea un numero o un simbolo, facilmente distinguibile alle persone con una normale percezione di colori. Al contrario, i pazienti con alterazioni del senso cromatico non riescono a riconoscere alcune o tutte le figure contenute nella tavola [2].

 

Le alterazioni del senso cromatico si dividono in acquisite e congenite, solo quest’ultime note come “daltonismo”. Esse si caratterizzano per un deficit elettivo per uno o due dei colori, mentre resta integra la percezione degli altri colori.

Le forme più comuni sono su base congenita, e ne è colpito in modo particolare il sesso maschile in quanto quasi sempre si tratta di un carattere genetico legato al cromosoma sessuale X.

Quanti tipi di daltonismo esistono? Come vede un daltonico? Come correggere il difetto? Ce ne parlano i professionisti del San Raffaele, dott. Lorenzo Iuliano (servizio di chirurgia vitreo-retinica), Maria Lucia Cascavilla (responsabile servizio di neuro-oftalmologia), Vincenco Starace (medico in formazione specialistica) e il Prof. Francesco Bandello (direttore di unità operativa, ordinario di Oftalmologia UniSR).

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Diversi tipi di daltonismo

Esistono diversi tipi di daltonismo, a seconda del colore e dell’intensità di discriminazione. I deficit parziali si definiscono anomalie, mentre i deficit assoluti sono le anopsie. In tal senso si hanno:

  • Protanomalia o protanopsie: diminuita o assente sensibilità per il rosso
  • Deuteranomalia o deuteranopsia: diminuita o assente sensibilità per il verde
  • Tritanomalia o tritanopsie: diminuita o assente sensibilità per il blu
  • Acromatopsie: incapacità totale di distinguere tutti i colori; spesso il sistema visivo è danneggiato, con vista ridotta e nistagmo (movimento ondulatorio involontari degli occhi).

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Le discromatopsie acquisite sono invece causate da malattie della macula o del nervo ottico. In questi casi non si ha una vera e propria anomalia od anopsia, ma piuttosto una sensibilità ridotta per uno o più colori causata dalla sofferenza delle fibre nervose retiniche. A seguito di ciò il paziente vedrà male tutti i colori.

 

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Come vede un daltonico

Nella protanopsia lo spettro della luce visibile è più corto nelle frequenze verso il rosso rispetto al normale. Quella parte dello spettro che i normali percepiscono come blu-verde, appare nella protanopsia come grigia. L’intero spettro del visibile nella protanopsia consiste quindi in due grandi aree di colore (il giallo ed il blu) ciascuna separata dal grigio: tutte le tonalità intermedie di arancione, viola, porpora e verde vengono confuse.

Nella deuteranopsia la visione non è complessivamente molto diversa da quella della protanopsia. Lo spettro di luce verde viene percepita come grigia e rimane, come per la precedente, una visione chiara del blu e del giallo, sacrificando nettamente il verde e con qualche vaga persistenza del rosso.

Nelle anomalie, invece, non ci sono franche parti dello spettro percepite come grigie, ma piuttosto come una tonalità più indistinta. Solitamente il soggetto è in grado di percepire tutti i colori ma può fallire nella distinzione di tonalità diverse dello stesso colore.

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Occhiali per correggere il daltonismo

Esistono da alcuni anni in commercio speciali occhiali con filtri particolari (EnChroma®) destinati a soggetti con protan- o deuteranopsia. Tali filtri non sono in grado di ripristinare il senso cromatico quanto invece di accentuare alcune differenze di saturazione dei colori ambientali, mettendo il soggetto daltonico in grado di distinguere (più che di percepire) una gamma maggiore di colori.

Il principio fisico è basato su una tecnologia di lenti ottiche che filtra selettivamente le lunghezze d'onda della luce nel punto preciso in cui si verifica la confusione o sovrapposizione eccessiva della sensibilità del colore [3].

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Altri approcci per aiutare i pazienti daltonici

Le discromatopsie di origine acquisita sono reversibili trattando la causa scatenante (maculopatia, alterazioni metaboliche). Le forme congenite non hanno invece possibilità di trattamento. Il portatore di anopsie non è consapevole di tale disfunzione, e la si scopre spesso casualmente nell’infanzia a seguito di accostamenti stridenti di colori o errori. Tali deficit non modificano comunque la capacità funzionale degli individui, che sono in grado di avere una vita perfettamente normale.

Sono state di recente rilasciate applicazioni specifiche per smartphone, in grado di “descrivere” i colori visualizzati nell’ambiente, utili più che altro per esigenze lavorative.

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In conformità alla propria missione istituzionale, Università Vita-Salute San Raffaele si occupa di diffondere la conoscenza, anche con riferimento alle ultime innovazioni in ambito biomedico. Di conseguenza, le notizie contenute nel presente articolo hanno valore unicamente informativo: UniSR non è coinvolta in alcuna attività commerciale legata ai prodotti/servizi citati all'interno del documento.


 

Bibliografia

[1] The lecture by Dalton was delivered on 31 October 1794. It was published in Mem. Manch. Lit. Philos. Soc. 5, 28 (1798) and reprinted in the Edinb. J.Sci.5, 88(1831).

[2] Ishihara S. Tests for Colour-Blindness. Kanehara Shuppan Co. Ltd. 1972, Tokyo

[3] EnChroma website (https://enchroma.com)

[4] Lotto RB, Purves D. The empirical basis of color perception. Conscious Cogn. 2002;11(4):609-29

[5] van Arsdel RE, Loop MS. Color vision sensitivity in normally dichromatic species and humans. Vis Neurosci. 2004;21(5):685-92

[6] Bandello F, Bianchi C, Del Turco C. Manuale di Oftalmologia essenziale 2a Edizione. Libraio Ghedini Ed. 2018, Milano

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